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Il ridisegno del paesaggio parte dalla premessa di considerare il territorio come un sistema coerente e funzionale, testimone della storia delle sue trasformazioni, intessuto a partire dalle relazioni che si stabiliscono tra i diversi attori del paesaggio e in cui le stesse relazioni, e non gli attori, sono i protagonisti principali del sistema. L’ampliamento dell’Antiquarium nasce dalla sezione dell’edificio e dal salto di quota presente tra il livello del Canopo e quello della collina di Roccabruna. Il giardino degli ulivi a ovest si solleva in una sorta di topografia artificiale, ritmata da setti murari che sostengono una nuova copertura metallica ad ala, sospesa al di sopra del nuovo livello. Le rampe verdi raccordano il giardino degli ulivi alternativamente con il piano della copertura e con quello del nuovo livello museale; una grande vetrata continua chiude il volume verso occidente, con vista sul bacino del Canopo. L’area dell’ex camping ospita il nuovo Villaggio Archeologico, collocato sulle aree di scavo attivo. Si tratta di un luogo di lavoro, destinato agli studiosi. Ma si tratta al tempo stesso di un luogo che potrà aprirsi anche al pubblico, offrendo uno sguardo inedito sulla continua attività di scoperta degli archeologi. Un luogo razionalmente organizzato, facilmente smontabile e riconfigurabile, nel momento in cui i ritrovamenti dovessero guidare i ricercatori in altre direzioni. Il riferimento è il castrum romano, un impianto di matrice urbana, tendenzialmente provvisorio, rigidamente organizzato al proprio interno, ma sufficientemente flessibile.


Progettato in team

Politecnico di Torino –Architecture and Design department

Villa Adriana
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